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Autore italianità nel cinema americano
gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 19-03-2003 13:53  
C'è una contraddizzione non da poco nella dimensione italo americana di Hollywood.
Da una parte la forte influenza qualitativa di registi come Coppola, Scorsese, Capra, Tarantino e di attori come Pacino, De Niro, De vito, Pesci, Palmintieri, Cage(coppola).
L'altro frangente rappresenta l'identità italiana nei film, contrassegnata dalle 3 M tuttora omnipresente e svilente. Gli agenti dei casting sottolineano come l'Hollywood italian gesticola forsennatamente e parla a voce alta, ama la pastasciutta ed è innamorato della mamma, maltratta tutte le altre donne ed è geneticamente intonato, se non è lui stesso un criminale ha almeno qualche parente nella mafia, ha la lacrima facile, è fascista e razzista, volgare, mal vestito, irascibile e violento. Lo dicono loro, facendone un vero e proprio format che fattura milioni di dollari, un format da cui i produttori non vogliono proprio allontanarsi(I Soprano).
In un'altra dimensione ancora, fortunatamente qualcuno ha valorizzato la nostra complessa storia, l'attitudine artistica, il senso del bello e il conecetto di ospitalità. L'olio di Lorenzo è un ottimo film non stereotipato dove i personaggi sono italiani senza luoghi comuni.
Il tutto è nato agli inizi del Novecento, grazie all'inciviltà di molti emigranti che hanno contribuito al rafforzamento di epiteti e forme di autoemarginazione.
Nel caso degli italiani il concetto di assimilazione/separazione fatica a prenedere corpo, differentemente da altre etnie e non sembra scemare asolutamente.
Purtroppo in America la produzione continua a parlare di identità italiana con ignoranza tipica dello Yankee senza riconoscere il ruolo prolifico e produttivo che gli Italiani ha raggiunto soprattutto nel cinema come autori e registi!

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Ponyboy scopre che giudice e udienza sono diversi da come si aspettava, che Darry e Soda provavano sentimenti che non conosceva, e che forse un certo tema non è impossibile da descrivere.

[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 19-03-2003 alle 13:55 ]

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 20-03-2003 00:34  
aggiungo un utile e ben scritto articolo di agenzia che ci aiuta a comprendere meglio il fenomeno.



Una delle immagini simbolo del cinema italiano della fine del secolo è stata una nave carica di emigranti albanesi diretta verso l'Italia. Il nome della nave ed il titolo del film coincidevano, così come coincidevano con un immaginario popolare che in questo nome vedeva la risposta ai sogni ed alle ambizioni di intere generazioni. Lamerica (scritto tutto attaccato, come solo un popolo di benevoli ignoranti poteva pensare) è uno dei più bei film di Gianni Amelio e, contemporaneamente, quasi un saggio sulla condizione italiana degli anni '50.
Il miraggio del riscatto attraverso l'emigrazione in terre più ricche di opportunità e verso una speranza di miglioramento è sempre stato un topos dell'italianità, che ha assunto nell'ultimo secolo un ruolo chiave nel vivere di questa nazione.
I flussi migratori che si sono generati dall'Italia alla volta di Australia, America del Nord e del Sud e verso i Paesi dell'Unione Europea più industrializzati sono stati numerosi e significativi, non soltanto per la condizione degli emigranti, costretti a cambiare vita e usanze, quanto anche per le modificazioni che hanno prodotto nei paesi di accoglienza.
Assume quindi un grande significato questa nave carica di albanesi alla ricerca della grande svolta, sballottata sul Mediterraneo alla volta delle coste italiane e, nella fantasia del protagonista, dell'America.
Così come i protagonisti di questo film, gli emigranti certamente non sono stati accolti con entusiasmo e con la convinzione che un'interazione tra popoli diversi potesse portare benefici agli uni ed agli altri. Anzi, la condizione di disagio e di difficoltà che gli emigranti hanno dovuto affrontare in ogni tempo e luogo è proverbiale, tanto che il cinema ha sempre sfruttato queste storie ritraendo, con i suoi potenti mezzi espressivi, la realtà e descrivendo, in modi più o meno fedeli alla veridicità dei fatti, ciò che era la vita dell'emigrante.
Il grande potere del cinema, di raccontare la vita com'è, come si vorrebbe che fosse o com'è stata, acquista una importanza chiave riguardo all'emigrazione. La sua capacità di farsi portavoce del sentire comune di una intera nazione, la sua incredibile potenza espressiva, determinante nel veicolare messaggi diversi e dal differente contenuto morale e sociale, gli ha permesso di diventare il punto di riferimento di intere generazioni di emigranti, disposti a lasciare tutto per cercare fortuna lontano da casa.
Come infatti non pensare che la spinta migratoria italiana e mondiale verso il sogno americano non sia stata fortemente influenzata dal cinema e dalla letteratura d'oltreoceano che hanno trasformato la nazione scoperta da Colombo nel territorio privilegiato dei sogni, dove tutto può accadere e dove la frontiera è ancora da esplorare (usando il termine "frontiera" per sottolineare, a titolo di esempio, uno dei topos della cultura americana, veicolato fino a noi da decine di film). La ricerca della felicità e della realizzazione personale, unita alla consapevolezza dell'individuo di poter cambiare la propria vita, sono gli elementi che hanno spinto gli emigranti a partire e sono anche alcuni dei temi più cari al cinema di ogni nazione e, specialmente, americano.
Sarebbe sbagliato riconoscere al cinema soltanto un ruolo positivo, di stimolo e di analisi sociale. E' infatti importante ricordare come spesso abbia mostrato anche forti limiti nelle sue capacità critiche, divenendo spesso veicolo attraverso cui far passare un forte odio razziale nei confronti degli emigrati, mostrandoli in modi tutt'altro che positivi. Il cinema americano ha mostrato gli emigranti italiani sotto luci diversissime e in modi decisamente diversi e contrastanti. La tendenza alla generalizzazione, tipica di un'arte che consuma il suo momento in periodi decisamente brevi come le due ore di un film, non ha certo giocato un ruolo positivo in questo schema, costringendo spesso alla caratterizzazione dell'italiano emigrante in modi stilizzati e privi di spessore e, soprattutto, facendo spesso riferimento a caratteristiche negative proprie di un numero ristretto di persone, ma che erano facilmente identificabili dallo spettatore.
Uno dei limiti del cinema quando tenta di raccontare la realtà è il facile rischio che corre di mostrare una realtà semplice, priva di una sufficiente analisi proprio per la necessità di semplificare, non avendo a disposizione i mezzi espressivi e di riflessione che ha, per esempio, la letteratura. L'obbligo di raccontare la storia per immagini, mettendo lo spettatore nella condizione di comprendere in maniera diretta molti elementi senza tuttavia avere la possibilità di dilungarsi su ogni aspetto dei personaggi è un problema che da sempre ha costretto molti registi a sfruttare certi stereotipi per potersi concentrare su altri aspetti della storia. Nascono così le figure degli italiani furbi, mafiosi, tutti casa, spaghetti, mamma e mandolino che hanno accompagnato per anni l'italiano medio nel cinema mondiale.
Di fatto molti film che hanno raccontato storie di italiani della diaspora sono opere divenute dei classici della cinematografia e, qualche volta, dei veri capolavori. Altresì, notevolissimo è stato l'apporto dato a questa arte dalle persone di origine italiana nel mondo."



"Gli italiani all'estero e il cinema"
Che dire? Forse siamo anche noi che non riusciamo a scrollarci di dosso certi comportamenti che limitano la altrui considerazione?
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la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13088
Da: genova (GE)
Inviato: 22-08-2003 10:09  
Per conto mio i più grandi talenti sono di origine italiana; De Niro, Di caprio, Pacino, Cage, Palminteri, Pesci...solo ke in Italia nn li sapremmo sfruttare secondo me.
_________________
L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.

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ronier9

Reg.: 22 Lug 2002
Messaggi: 1228
Da: Rho (MI)
Inviato: 22-08-2003 10:30  
quote:
In data 2003-08-22 10:09, RICHMOND scrive:
Per conto mio i più grandi talenti sono di origine italiana; De Niro, Di caprio, Pacino, Cage, Palminteri, Pesci...solo ke in Italia nn li sapremmo sfruttare secondo me.



Tolto Cage sono d'accordo...è vero in italia nn li sapremmo sfruttare!
Al giorno d'oggi...nn parlo dei film d'autori italiani ma solo di film ben fatti divertenti e originali che cmq l'america ci offre,nn abbiamo il materiale per "sfruttarli"...
Tanto per dirne una...nn si farà mai un film sul calcio alla "Any Given Sunday" o un film originale comew "I soliti sospetti"...si farà solo film sui trentenni in crisi...unico film italiano degno di nota quest'anno "il cuore altrove"...

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gongolante

Reg.: 06 Feb 2002
Messaggi: 3054
Da: Cesena (FO)
Inviato: 22-08-2003 11:18  
quote:
In data 2003-08-22 10:30, ronier9 scrive:...unico film italiano degno di nota quest'anno "il cuore altrove"...



Ma per favore!!!

E poi chi lo vuole Any Given Sunday, più pieno di luoghi comuni della descrizione dell'italiano qui sopra!
Ho detto.
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Cinematik - il fantacinema!
In fase di lettura: LE ETICHETTA DELLE CAMICIE di Tiziano Sclavi
Ultimo film: UN BACIO APPASSIONATO di Ken Loach

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xander77

Reg.: 12 Ott 2002
Messaggi: 2521
Da: re (RE)
Inviato: 22-08-2003 11:40  



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Tanto per dirne una...nn si farà mai un film sul calcio alla "Any Given Sunday" o un film originale come "I soliti sospetti"...
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Però abbiamo fatto "Ho parato la luna" il film di Stefano Tacconi
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"Quando sarò grande non leggerò i giornali e non voterò. Così potrò lagnarmi che il governo non mi rappresenta. Poi quando tutto andrà a scatafascio, potrò dire che il sistema non funziona e giustificare la mia antica mancanza di partecipazione"

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13088
Da: genova (GE)
Inviato: 22-08-2003 17:37  
quote:
In data 2003-08-22 10:30, ronier9 scrive:
quote:
In data 2003-08-22 10:09, RICHMOND scrive:
Per conto mio i più grandi talenti sono di origine italiana; De Niro, Di caprio, Pacino, Cage, Palminteri, Pesci...solo ke in Italia nn li sapremmo sfruttare secondo me.




Tolto Cage sono d'accordo...è vero in italia nn li sapremmo sfruttare!
Al giorno d'oggi...nn parlo dei film d'autori italiani ma solo di film ben fatti divertenti e originali che cmq l'america ci offre,nn abbiamo il materiale per "sfruttarli"...
Tanto per dirne una...nn si farà mai un film sul calcio alla "Any Given Sunday" o un film originale comew "I soliti sospetti"...si farà solo film sui trentenni in crisi...unico film italiano degno di nota quest'anno "il cuore altrove"...



qui si riapre il dibattito sulla differenza tra film italiani e film americani....di cui si è già abbondantemente discusso in altri topic.
Comunque io sono pienamente daccordo con te!
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L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.

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